SABATO 02 APRILE 2022 - ore 18.00
Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanari
Per Dino Buzzati, poeta
Con la partecipazione di Marco Perale, Pasquale Di Palmo, Sandro Buzzatti e Roberto Gemo
In concomitanza con il 50° anniversario della morte di Dino Buzzati (1906-1972) e accanto a nuove traduzioni in tedesco, inglese, francese e spagnolo (per la cura di Marco Fazzini), iniziative editoriali, meeting internazionali, convegni e spettacoli, si è riacceso l’interesse per la poesia dell’autore veneto. Il corpus lirico di Dino Buzzati risulta indissolubilmente legato a Vicenza, data l’amicizia con Neri Pozza che promosse la pubblicazione dei volumi Il capitano Pic e altre poesie (1965) e Le poesie (1982).
Tra i maggiori esperti della storia dell’editoria di poesia del Novecento, Pasquale di Palmo ricostruirà la corrispondenza tra Buzzati e Neri Pozza, con attenzione al contesto letterario del momento; una scelta di poesie di Buzzati verrà proposta, in una performance in prima nazionale, dal duo composto da Sandro Buzzatti (voce) e Roberto Gemo (chitarra). Introdurrà l’evento Marco Perale, presidente dell’Associazione Internazionale Dino Buzzati e Assessore alla Cultura del Comune di Belluno.
Dino Buzzati
Nato a Belluno nel 1906, a quattordici anni Dino Buzzati-Traverso era un ragazzino con la passione per la montagna, una passione che lo aiutava a fantasticare, e ad amare la poesia, la pittura, i racconti. Il mondo immaginario dell’infanzia era quello delle estati trascorse nella villa di famiglia con il suo giardino incantato, delle passeggiate in campagna e dei tanti racconti leggendari e fantastici narratigli dalla governante. Da qui la naturale scelta di un linguaggio colloquiale e quotidiano per le sue prime prove letterarie, in cui recuperava un certo classicismo e una rigorosa cura stilistica.
Il romanzo che lo rese famoso, Il deserto dei Tartari (1940), s’incentra sulla vita interiore del protagonista, oppressa da una logorante attesa destinata a restare insoddisfatta. Una dimensione esistenziale che viene raffigurata dal deserto ‒ metafora di un’arida solitudine sempre uguale a sé stessa ‒ e dal viaggio che rappresenta un’esistenza priva di sviluppi. Il gusto del favoloso resta così l’aspetto caratteristico della scrittura di Buzzati e fornisce materia anche alla produzione elaborata negli anni successivi, soprattutto nei racconti brevi.
Anche quando, dopo il conflitto mondiale, Buzzati tornerà a scrivere in un clima sociale e politico sostanzialmente nuovo ‒ segnato dalla caduta del fascismo, di cui egli aveva subìto il fascino e condiviso gli ideali ‒ continuerà a prediligere la forma breve del racconto, piegandola anche ad argomenti frivoli e leggeri. In quegli anni Buzzati inizia a sperimentare generi letterari diversi: torna al romanzo, si esercita senza successo alla composizione di opere teatrali e si dedica anche alla poesia. Tra questa consistente e varia produzione, si distingue il Poema a fumetti (1969) dove trova compimento accanto alla vena di narratore quella di disegnatore, passione che Buzzati aveva coltivato fin dalla fanciullezza e che nella maturità divenne, come già la scrittura, uno strumento finalizzato a raccontare storie: attraverso i disegni prendono forma quei mondi fantastici che mai lo abbandonarono fino al momento della sua morte, avvenuta a Milano nel 1972.
Incontro a ingresso libero, fino ad esaurimento dei posti disponibili, con Green Pass rafforzato obbligatorio.