Gallerie d'Italia Palazzo Leoni Montanari - ore 10.00
Aaron Poochigian (Usa)
→ A cura di Mattia Ravasi
C. C. Elze (Germania)
→ A cura di Daniele Vecchiato
Maria Stepanova (Russia)
→ A cura di Claudia Scandura
→ Musiche Paolo Birro (pianoforte)
Aaron Poochigian è nato nel 1973. Ha frequentato la Moorhead State University e ottenuto un dottorato in Studi Classici dall’Università del Minnesota nel 2006. È stato professore ospite di Classici all’Università dello Utah nel 2007/08, e D.L. Jordon Fellow al Roanoke College di Salem, Virginia, nel 2008/09. Ha tradotto classici greci, comprese le poesie di Saffo, Eschilo, Apollonio Rodio e altro, per case editrici prestigiose quali Penguin Classics, WW Norton, e Johns Hopkins University Press. In qualità di poeta straordinario, capace di giocare con forma, registro e riferimenti classici, e di mischiare liberamente il quotidiano col meraviglioso, è stato pubblicato in numerose riviste. Le sue poesie sono state raccolte in The Cosmic Purr (2012) e Manhattanite (2017), vincitore dell’Able Muse Book Award e lodato da Alicia Stallings quale “lirica sciolta e insieme pastorale urbana”. Ha inoltre pubblicato il romanzo in versi Mr. Either/ Or (2017), un agile noir cosmico e performance magistrale, e collabora con la compagnia teatrale newyorchese SITI per portare i classici greci a un pubblico moderno. Vive e scrive a New York.
Carl-Christian Elze è nato a Berlino nel 1974. Compiuti gli studi di biologia e germanistica all’Università di Lipsia, ha lavorato allo Zoo di Berlino prima di formarsi come scrittore presso il Deutsches Literaturinstitut. È autore di poesie, racconti e sceneggiature. Tra le sue pubblicazioni in volume, che hanno ricevuto diversi riconoscimenti, ricordiamo le raccolte poetiche gänge (Connewitzer Verlagsbuchhandlung, 2009), ich lebe in einem wasserturm am meer, was albern ist (luxbooks, 2013) e diese kleinen, in der luft hängenden, bergpredigenden gebilde (Verlagshaus Berlin, 2016), nonché le prose Oda und der ausgestopfte Vater. Zoogeschichten (kreuzerbooks, 2018). Contrassegnate da un lirismo biologico e anatomico che si inserisce nel solco di una tradizione tutta tedesca (Gottfried Benn, Durs Grünbein, Ulrike Draesner), le poesie di Elze descrivono con sorpresa e terrore la fragilità dei corpi, mettendo a nudo ora con sarcasmo, ora con toni nichilistici, la condizione transeunte dell’essere umano. Intrecciando materia e metafisica, la scrittura di Elze ha solitamente origine in riflessioni concrete, ispirate alla realtà naturale e al mondo animale, che divengono spunti per considerazioni di carattere esistenzialistico. In traduzione italiana è uscita, oltre a una selezione di poesie per la rivista L’Ulisse (queste piccole forme, sospese nell’aria, Nr. 20, 2017), l’edizione bilingue di un volume di poesie su Venezia (langsames ermatten im labyrinth / lento spossarsi nel labirinto, Verlagshaus Berlin 2019), in cui a eccentrici sguardi sulla vita nella città lagunare si alternano studi poetici sulle opere pittoriche incontrate dall’autore nelle chiese veneziane e nelle Gallerie dell’Accademia. (Daniele Vecchiato)
Nata nel 1972 a Mosca, dove risiede, Marija Stepanova, poeta e saggista, ha esordito con Canti dei meridionali del nord (2001), cui sono seguiti una decina di altri libri. Nel 2007 ha fondato il sito online OpenSpace.ru, punto di riferimento in Russia sulle tematiche sociali e culturali, e nel 2012 ha modificato il progetto nella testata Colta.ru., di cui è Chief Editor, che ha un pubblico di oltre 900.000 visitatori al mese. Ha vinto numerosi premi: Andrej Belyj (2005), Joseph Brodsky Fellowship (2010), LericiPea Mosca (2011). Nel 2018 è stato assegnato il premio nazionale russo Bol’šaja kniga (Il grande libro) al suo primo romanzo, Pamjati pamjati (In memoria della memoria), un progetto finanziato dall’editore tedesco Suhrkamp (Nach dem Gedächtnis, Berlin 2018), di prossima pubblicazione in Italia da Bompiani. Attualmente, è Visiting professor presso Humboldt Universität di Berlino. “La poesia è l’orazione funebre pronunciata ai propri funerali. Perché soltanto ai funerali, alla presenza del defunto, nella consapevolezza della propria mortalità, i versi riescono a trovare la propria vera voce”. Queste parole di Marija Stepanova tracciano il filo conduttore della sua opera che in pochi anni l’ha portata a diventare un autore di culto. La sua riflessione tocca temi importanti, dalla contemporaneità guarda al passato, cercando di ricostruire la memoria storica perduta, perché solo così le generazioni future riusciranno a superare ed evitare i traumi del passato. Presso l’editore Gattomerlino/Superstripes, ha di recente pubblicato: Spogliatoio femminile. Poesia e prosa 2001-2015 (cura e traduzione di Claudia Scandura, 2017). (Claudia Scandura)