Sabato 21 Maggio - Palazzo Leoni Montanari, ore 18.00
Ishmael Reed (Stati Uniti)
In collaborazione con Lello Voce e Alessandro Scarsella
→ A cura di Giorgio Rimondi
→ Musiche: Vertical - Alessandro Lupatin (batteria), Paolo Bortolaso (tastiere), Nicola Tamiozzo (chitarra), Filippo Rinaldi (basso).
Ishmael Reed, nato nel Tennessee nel 1938, è una delle più originali e controverse figure nel panorama della cultura afroamericana. Giornalista, romanziere, letterato, editore, poeta, performer e autore televisivo, ha pubblicato il suo primo romanzo (The Freelance Pallbearers) nel 1967, divenendo in breve un sostenitore del Black Arts Movement, che s’impegna a sostenere l’opera di autori giovani e promettenti, e un rappresentante della cosiddetta Black Aesthetic. Considerato il suo capolavoro, il romanzo Mumbo Jumbo, uscito nel 1972 (lo stesso anno della pubblicazione di Conjure, la sua prima raccolta poetica) è oggi un classico. Qui Reed affronta il tema della blackness, utilizzandola per evidenziare la ricerca d’identità nell’America contemporanea. Si tratta d’un lavoro sperimentale, difficile da collocare in uno specifico genere letterario, che rilegge in chiave “neo-hoodoo” (la versione afroamericana del voodo) le dinamiche della diaspora. Giorgio Rimondi, che in questi giorni ha pubblicato un volumetto che è un vero e proprio tributo sia alla prosa che alla poesia di Ishmael Reed, Il grande incantatore (Agenzia X), così commenta su Mumbo Jumbo: “L'apertura possibilista di una pratica in cui la variabilità degli ingredienti fa il paio con l’estro del cuoco corrisponde a una precisa poetica combinatoria (e a una precisa posizione filosofica), che individua la cifra stilistica di Mumbo Jumbo in una disseminazione fortemente sincretica. Smontare le convenzioni della letteratura occidentale e rimontarle in un incredibile pastiche di tempi, ritmi, modelli e generi; rinnovare l’idea di spazio narrativo con il montaggio parallelo di testi, elementi grafici e immagini fotografiche: ecco alcune delle modalità operative di Reed, alle quali si aggiunge l’impellente necessità di ‘annerire’ le tracce della civiltà occidentale dando spazio all’espressività afroamericana. Nella sua passione per il collage e il bricolage l’estetica Neo-HooDoo utilizza gli stessi procedimenti delle culture orali e del jazz, quelli in cui la creatività individuale interviene su materiali noti e standardizzati.”
Reed ha pubblicato nove romanzi, cinque raccolte di poesia e quattro di saggi, è stato Visiting Professor presso le università di Harvard, Yale, Darmouth e Washington. È oggi Professore Emerito presso la University of California di Berkeley. Per la sua attività letteraria ha vinto numerosi premi (tra cui il MacArthur Fellowship e il L.A. Times Robert Kirsch Lifetime Achievement Award), ed è stato nominato per il Pulitzer, oltre che finalista del National Book Award, sia per la prosa sia per la poesia.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.