Incontro con lo scrittore Andrea Molesini:
"Chi naviga, chi resta: il canto e il racconto"
Nato a Venezia nel 1954, Andrea Molesini insegna all’Università di Padova. È poeta, traduttore e romanziere, di certo una delle voci più autorevoli e professionali delle ultime generazioni. Dopo alcuni volumi di poesia editi per piccoli editori come Amadeus, Supernova, Braitan (Storie del ritorno, 1997; L’isola nera, 2000; Chi naviga, chi resta, 2006), e vari volumi di racconti che lo rendono uno degli autori per bambini e ragazzi più conosciuti e tradotti (Tarme d’estate, Aquila spenta, Aznif e la strega maldestra, Finferli caldi, Nonna Vadù e la congiura delle zie, Quando ai veneziani crebbe la coda, Tutto il tempo del mondo, L’avventura di Ulisse, All’ombra del lungo cammino, Polvere innamorata, Nero latte dell’alba, tutti usciti per Mondadori), Molesini si cimenta nel 2010 con il suo primo romanzo, Non tutti i bastardi sono di Vienna (Sellerio), vincendo il Premio Campiello. Nel 2013 esce la sua seconda opera narrativa lunga, dal titolo La primavera del lupo, da poco in libreria.
Nonostante la recente notorietà che lo porta a leggere e presentare i suoi libri in tutta Italia, ma non solo – il suo primo romanzo è tradotto in varie lingue tra cui tedesco, spagnolo, francese, norvegese, olandese, sloveno – Molesini non dimentica mai il suo rapporto con la poesia che egli pratica giornalmente, magari senza necessariamente scriverla, ma anche insegnandola, e discutendo con intellettuali italiani e stranieri. Risale a qualche anno fa il suo sodalizio con Derek Walcott, di cui traduce l’opera colossale Omeros, di certo uno dei documenti più densi e importanti della poesia internazionale del secondo Novecento (Adelphi, 2003). Tra i vari premi ottenuti, ricordiamo il Premio Andersen alla carriera (1999), il Premio Monselice per la Traduzione (2008), e il Campiello nel 2011.
“Bisogna stare attenti quando si usano le parole”, dice Molesini, “perché sono potenti, temibili. Sono loro le più forti, e noi dobbiamo imparare a farci usare e attraversare dalla loro forza più che pretendere di asservirle. La poesia è questo. Il poeta non è tanto un signore della lingua quanto colui che dalla lingua sa farsi signoreggiare. Ma il poeta è anche colui che ha saputo sottoporsi alla tirannica disciplina di le mot juste. Cito un brano tratto da un saggio del 1913 di Ezra Pound, il poeta americano che da bambino vedevo passeggiare, alto e irraggiungibile, alle Zattere.”
L’incontro, la lettura di testi poetici e la discussione con lo scrittore veneziano si svolgeranno mercoledì 26 Giugno ore 21:00 presso TheArtsBox – Contrà San Paolo 23, Vicenza. Entrata libera, fino a esaurimento posti con precedenza ai soci dell’associazione.